GIACINTO PLESCIA tranxontologiax oltranza

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tranxontologiax

«oltranza »

FRIDAY, 17 FEBRUARY 2017

morte della metafisica

Radurapsodyx«EVENTö»»»»»»»»»del

nulla è««««««L’EVENTö sEnza perché Null’è»»»»»

che si sottrae in sé è l’È

L’EVENTö spazioNtotempora “È l’EVENTö”nell’ontostoria senzaPerché la radura”"»nulla si fonda Raduranziché:rapsodikx anziché Già”È’Evento Già Là”L’ è senzaperché nell’’essereventux”paradox’EVENTö” fenoumenL’EVENTö senzaPerché KataL’EVENTöNtopologic’’EVENTöntostoria.


MetaL’EVENTöntostoria eventuxremotontostoria in sé crea là senzaPerché là oltre La mEtafisicabixalex. L’EVENTö d’essere nella ontostoria del mondO interL’EVENTö seNzaperché’ultimo già ontostoria dell’«’L’EVENTö». Inter’evento d’Essersi già «’L’EVENTö» di esserci»Kat’«’EVENTö» Kata«’EVENTö»»c’è là Kata’EVENTö È Kata’EVENTöntoStorico di essern’EVENTö al di là dellla metafisicAbixalex paradigm’EVENTö”rapsody. Katarapsodyx giacché già essere rapsodyx ontotemporapsodyx Metarapsody ontostoria Katarapsody oltre la metafisica è «ontotempoRaPSodyx Katarapsodyx senzaperché«Meta’EVENTö»«L’ EVENTö è c’è senzaperché c’è Kata’EVENTö»’ultimo«’EVENTö». Al di Là «Crea»C’è ontopologiabixalex già per nullabixalex senzaperché l’esser’EVENTö«rapsodiabixalex risonanzabixalex»oltre la metafisicabixalex o della metafisicabixalex

della ragione pura ontoteologiabixalex’Aldilà della metafisicabixalex della Ragione della storia Fenoumenologicabixalex

D’’EVENTö la Fenoumenologia è ontostoria dello Spaziontotempora esser’EVENTö in sé per sé da sé al di là di sé in sé dell’essere Al di Là nell’’EVENTö senzaperché ontotempora sublim’EVENTö della ontostoria dell’esser’EVENTö«senzaPercHé». Perché d’essere ontotempora Già’  “EVENTö” in sé vi è da sé già“EVENTö”«senzaperché» In sé È fenoumenontostorica dell’essere da sé Dà “EVENTöntostoria». È in Sé esserci d’”EVENTö”FenoumenaKata”EVENTö” nullità è già È dà ontopologicità nulla È in sé”essere-in-sé-”EVENTö”essere-nulla»Kata”EVENTö”»«spaziontotempora vuoto». Vuoto”EVENTö”È esserci-vuoto spaziontotempora vuotonulla nulla in sé dà spaziontotempora poiesix sublim”EVENTöntostoria«È in sé»dà da sé«sublim”EVENTö”»oltre la«metafisica»«senzapercHé»Dà essercì “EVENTöntopologia della ontostoria dell’essere.

Perché l’essere’è “EVENTöntologia l’esserne è sublim”EVENTö” ontoevento dell’Essere Già esserne in sé spaziontotempora distruzione della ragione metafisicA Kata”EVENTö” Meta”EVENTö”’inter”EVENTö”al di là della “Metafisica”


Al di là è l’”EVENTö”che dà spazioNtotemporA Nulla”Nulla senzaperché già ontostoria oLtre la metafisica nihil”EVENTö” dopo la morte di Dio–


«Dio è morto…o ucciso» –ucciso o creato. È ontoStoria sublime dell’«”EVENTö”» È Meta”EVENTö”creator”EVENTö”


“”"è creatric”EVENTö”anziché NullA”NiHil”EVENTö”senzaperché ontostoria. Crea NIhil’”EVENTö”Al di là della ragione “EVENTö”d’essere In sé già pensant«”EVENTö”»


d’”EVENTö”è già in sé’eccedenza esser”EVENTö”"che dà”ontostoria”seNzaPerché è in sé««eventità»»: –c’è eventoRadurapsody«”EVENTö”»»»»nella ontostoria senzaPerché ontotempoRaduRa È senzaPerChé è fenoumenà«”EVENTö”»»»oltre«la»fenoumETafisica». L’”EVENTö”gettanza»»Meta”EVENTö” Là nella ontostoria dell’”EVENTö”spaziontoteMpora già Radurapsodyx già in sé È già”EVENTö”Creativontotempora Kata”EVENTö”esservi d’”EVENTö”della ontostoria dell’”EVENTö”tranxsonanza della ontostoria dell’essere l’esser”EVENTö” dell’essere Già di per sé nella ontostoria dell’”EVENTöntotempora ontopologicontotempora-essere dell’”EVENTöntostorico Meta”EVENTö” senzaperCHé’ultim”EVENTö”Perché L’’essere è”EVENTö”Dea senza«Perché della creatività In sé È là–«in sé».


Là creatività È “EVENTö”–crear”EVENTö”è perché senzaperché’al di là Nulla Radura nella ontostoria È Da ultim”EVENTö”essere L’”EVENTö”meta”EVENTö”Già«Dà crea»spazial”EVENTö”spaziontotempora RaduRa oltre la metafisica È già “EVENTö”dell’Essere dell’Esserne è ontostoria dell’EssereDall’eventontotempora è’”EVENTöntologia Essereontotempora’esserci


pensiero dell’esserevento«si dà». L’Essere è Kata”EVENTö”


È Dasein l’esserci EssereontoTempora l’esserci è l’”EVENTö”dell’esserci “EVENTö” dell’esserci essere


dell’essere-per-la-fine? Dell’esserci?


Dell’esserci gettanza? È’esserci ontostoricità ontostoria dell’Essere ontostoria dell’Essernè La storia dell’Essere è l’evento dell’Essere che si dà ontostoria dell’esser”EVENTöntologia è la


fondazione’ontologica è la distruzione della metafisica.


L’”EVENTö”


dell’Essere dell’Esserne la catastrofe della metafisica’oblio dell’Essere lì l’Essere si ritrae è nihilx della fine ultima della metafisica. È “EVENTö”dell’Essere è «nulla–dell’Essere»lì inter”EVENTö”Dall’evento Crea Lì aleggia Lì oltre la metafisicaonteologica.


Già “EVENTöntotemporapSodyx C’è è C’è senzaperché al di là è “EVENTö”dell’essereLì al di là Lì In Sé Radurapsodìx Là è “EVENTöntopologico dell’essere là oltre la metafisicà è già C’è Rapsodyx È già”là” creatric”EVENTö”Lì della radurità senza–perché In sé “EVENTö”dell’essere dall’esserne è destinaza”Rapsodyx”«là» È nel vuoto lì Al di là della metafisica mondana. ONtoSToRiA là dell’Essere già in “EVENTöntotEmpora Crea l’esser”EVENTö” è oltre la metafisica ’essercilà oltre l’ente l’esserci è senzaperché “EVENTö”dell’essere oltre la metafisica filosofica da Platone a


Nietzsche è metafisica”oltre”è l’esser”EVENTöntologicontostoria dell’Essere


è oltre la storia della metafisica.


Nell’esserne “EVENTöntologico dell’Essere’abissal”EVENTöntotempora ontopologicontostoria


dell’Essere è già’Essere dal nulla già in sé. La metafisica è


la razionalità vuotabixalex del pensiero calcolante è la metafisica quel pensiero


calcolante lì vi si è


insediata


metafisica ultimità dell’ente. L’abissal”EVENTö”dell’’Essere È ontostoria dell’Essere Rapsodyx senzaperché dal nulla l’Esser”EVENTö”»dell’Essere radurabissal”EVENTö”dall’Esser”EVENTö”della physix dall’Essere ontostoria che mondeggia ontostoria dell’Esser”EVENTö”


della ontostoria dell’Essere Già la


fine della metafisica.


L’”EVENTö”ontostoria mondeggia abissal”EVENTö” nel nulla del nihilx dell’Essere là’esserci È iN sé ontostoria dell’esser”EVENTö” l’oltremetafisica Senzaperché della ontostoria che mondeggia ontotempora–metastabilità dell’Essere


lì c’è spaziontopolOgia ontostoricità dell’esser”EVENTö”dell’essere Katà”EVENTö”Già esserci ontostoria dell’essere già “EVENTö”dall’Essere ontostoricità è l’Esserne della ontostoria dell’Essere Là ontologica è l’Esserci dello spaziontotempora dell’Essere In sé è l’EssernE paradigma dell’esser”EVENTö”"c’è nulla


senzaPerché ««Già dell’Essere già”EVENTö”». Già ontostoria-ontologica della RadurApsody––è esserci L’ontostoricoNtOtempora pensa l’Essere al di là quale ontostorico “EVENTö” senzaPErCHé già ontomodern-dell’essere già L’”EVENTö”della creatività In”Sé»»eventontosofiax senzaperché”Nullaratiousiax già dall’”EVENTö”»là ontotempora dell’essere––là pensant”EVENTö” dall’esserne»abissal”EVENTö”dell’esserci’”EVENTö”dell’essere–«vuoto in Sé»tramonto della metafisica. Meta”EVENTö”Perché«pensiero»tramonto dalla metafisica È pensiero dall’esser”EVENTö”«pensierontotempora» Senzaperché è l’’«essereontostorico»là: è là RadurApsodyx spaziontoteporadell’essere––– «ontostorico»già”Essere”nihilx Radurapsodyx dell’essere già«là»l’evento d’exstasyx


Al di là


L’”È”–EreigniStory tramontanza-della-metafisica È eventramontanza della metafisica’ultima. Già Esserontotempora del tramonto metafisico È’esserci già “EVENTö”dell’essereventramontanza della metafisica-ontoteologiCa–già«al di là»della«metafisica» crea dal


nulla«rapsodyx» È senzaperché là già aleggia radura dell’essere dal nulla dell’esser”EVENTöntoTempora “EVENTraMontanza della metafisica vi è sènzaperché dal nulla TraMontanza dellla metafisica è phýsix”EVENTraMontanza poíesix”EVENTraMontanza nel «pensiero della creazione». L’”EVENTraMontanza crea crea-”EVENTraMontanza della metafisica crea il crear’Esser”EVENTraMontanza della Metafisica ontophýsix è “EVENTraMontanza della metafisica Esser”EVENTraMontanza Della metafisica si dà dal nulla è senzaperché là è senza fondamento senzaperché


l’Esser”EVENTraMontanza della Metafisica è “EVENTraMontanza della metafisica della


makinaouxiax è ontostoria “”EVENTO”dell’Essere–– è L’”"EVENTO”dell’Essere È là vuoto senzaperché “”EVENTOntologicontostoria dell’Essere già è «già abissaL”"EVENTO”creativo dell’Essere senzaPerché “EVENTO”dell’Essere«là»ontostorico l’evento dell’al di là«è in sé»là è abissal”EVENTO”vuotonullo spaziontotempora dell’essere là già È si dà senzaPerché dall’evento dell’Essere RadUrapsoDyx È Radura già Là Radurapsodia dell’essere’ontoStoria”Senzaperché tramontanza della metafisica del nulla. Là è nulla«Dall’”EVENTO”Là dall’’esser”EVENTO”della ontostoria al di là della Metafisica” già Là’Essere Oltresser”EVENTO”–senzaperché già Senza la verità–MeTafiSica crea«ontostoria–dal nulla senzaPerché RadURa dell’Esser”EVENTramOntanza della metafisica». RaduRabissale dell’essere È “EVENTO Radurapsodiabissale nella ontostoria mondeggia” È “EVENTramOntanza della metafisicabixalex.


«”RadurapsodiabiSsal”EVENTramOntanzabixalex della metafisicAbixalex è già Radurabissale”. L’”EVENTO In sé tramontanzabixalex metafisicabixalex”è Physixabixalessersi Dà evento”RaduRabissal’”EVENTO”dell’essere dà là»» in sé senzaperché D’’esser”EVENTO creatrix tramoNtanzabixalex della metafisicabixalex»là»»”già»là«”EVENTOdell’esserci»«gettanzabixalex»Esser”EVENTO è’esserci ontostorico»l’esserci è gettanzabissalontostorica è gettanzabiSsale essere«già’’esserci»in sé che fonda Kata”EVENTÜX»ontologico»dell’essere tramontanzabixalex della Metafisicabissale”.


È già”"––”"”» crea”»”"D’ESserKata”EVENTÜX»È–CrEaTrix “EVENTÜXdell’essere”"senzaperché»


Là”nullabixalE là “EVENTÜX dell’essere”dell’esserne abixalex”–»È»«gettanzabixalex»essersi ad esser”EVENTÜXdell’essere”è Già’aldilà”È tranxsonazabixalex:là dell’essere ««RaDuRabixalexdell’essere esserne»’oltremetàfisiCabissale». Filogosofiabixalex«oltre la Metafisicabissale è “EVENTÜXdell’essere” Al di là«Del nullabiSsale nullabissal’”EVENTÜX dell’essere Deabixalex già interevento È”Essere ontotemporabissale–––”fenoumenologiabixalex”–creatrixabixalex creerà L’”EVENTÜX dell’essere Esserne Radurabissale’è tramontanzabixalex della metafisicabissale al di là già––l’esserci epifenoumenalità DeAbixal’”EVENTÜX dell’essere esserci dell’essere Crea “EVENTÜXdell’essere è senzaperché l’essere in sé’già ontologiabixalex è alétheiabixalex svelatezzabixalex dell’essere tramontanzabixalex della metafisicabiSsale. Radur”EVENTÜX«in sé’»già là PletonRapsodyX È già “EVENTÜXdell’essere kata”EVENTÜX”–dell’essere oltre la metafisicabissale quale fondazione della


verità dell’Essere. “EVENTÜX”–della tramontanzabixalex della metafisicabissale in sé si dà l’Esser”EVENTÜX”senza la metafisica consente la fondazione


della verità dell’Esser”EVENTÜX”d’al di là È l’essere oltre il pensare metafisico È senzaperché dell’EsserEVENTÜX”ontopologiabiSsale già nihil’EVENTÜX”dell’essere»»»’EVENTÜX”»’abissale ontopologico»’’EVENTÜX”»»»» «tranxsonanzabixalex dell’ “’EVENTÜX”"senzaPerché Ontopologià–«dell’essere lì là»»»».«È “’EVENTÜX”"»là Lì è«creatività»–gettanzabixalex–dell’essere già KataEVENTÜX”".


Già catastrof’EVENTÜX”"senzaperché caosmox’abixal’essere senza metafisica è l’essere la verità dell’essere”oltre”È


nihil”’EVENTÜX”"«Oltre»nihil’EVENTÜX”al di là della Metafisica là oNtotemporabixalex«oltre»al di là nihilEVENTÜX è già«oltre»la metafisica’oblio dell’essere là dell’esserne dell’esserci. RadÜra nella ontostoria dell’essere


È’EVENTopologiabixalex––ontostoria


dell’Essere ontopologiabiSSale Al di là già già Là’EVENTÜX”dell’essere già” è senzaperché”"Essere’per la morte» in sé è’EVENTÜX”–Già In sé ontopologiabisSale dell’essere: PletonRapsoD’EVENTÜX–senzaperché Deabixalex senza metafisica–«essere-per-la-morte’ è esser’EVENTÜX per la morte. EVENTÜXdell’essere ontostoria È’EVENTÜXesseregià d’EssernÈ’EVENTÜX”È’oltre in sé là AL«di»Là»dellaMeTafiSica. Oltresser’EVENTÜX”è indicibilesserci senzaperché al di là del–perché d’esserEVENTÜX”–d’esserneGià nihil’EVENTÜX in sé Katà’EVENTÜX”In Sé è già dell’essere Già Oltre LA MeTafisiCA.”RadurabiSSAlEdell’essere SEnza metafisicA In Sé”Oltressere senzaperché RadurApsodiAbissal«esserne»’essere-nel-mondontostorico esserci.


L’’«essere ontostorica là D’’EVENTÜX”senzaperché tramotanza della metafisica È Già soggiornabixalexontostorico oltresserne


dà soggiorna impensatabissale esserci c’è’arché È senzaPerché crea dà soggiorna è’Ereignisabixalex dell’evento in sé si dà la ontostoria’EVENTÜX”"’––è «fondata’senza la metafisica Kata”"’EVENTÜX”"”dell’essernE verità Oltresserci essersi’EVENTÜX”"dell’esserci d’EVENTÜX crea’è oltre creativo là–senza–perché ontostorica già catastrofEVENTÜX”"’ è già ontostoria dell’Essere.


L’EVENTÜX”"dell’essere c’è«là»già da Esser’EVENTÜX”"disvela in«sé»da sé è pânEVENTÜX Korä’EVENTÜX”dell’essereontostoria dell’esserne


Essere-Koräbixal’EVENTÜX–eventontostoria


mondeggia–Xoräbixal’EVENTÜX–KHoräbixal’EVENTÜX C’è È mondeggia È Koräbixal’EVENTÜX”dell’essere Dal nullabixalex senzaPerché––Già d’Essere D’’EVENTÜX–tranSonanzAbixalex catastrof’EVENTÜX– “avatarXoräbixal’EVENTÜX–già RapsoDykx là È epifenoumeno È’ inter’EVENTÜX–dell’essere D’’EVENTÜX–––”già crea senzaPerché Già metastorico eventoltre la metafisica c’è Già Xoräbixal’EVENTÜX–.


Già in sé nella ontoStoria dell’Essere


L’’EVENTÜX–è epifenoumeno della RaduraXoräbixal’EVENTÜX–”Da lì d’’evento della ontostoria GIà evento aBixaleXorä’EVENTÜX–gìà caosmoXoräbixal’EVENTÜX–dell’essere Già––RApsodyXäbixal’EVENTÜX–”oltre «la MEtafisika già–al di là» d’esserneXoräbixal’EVENTÜX–»dell’essere


già’”spazioltre-metafisico evento-caosmico là della ontostoria GIà–––Xoräbixal’EVENTÜX–dell’essere vi è D’essere là–––––ontostoria dell’Essere’ontologia dell’Ontostoriabixalex»D’’essere”"” è’oltre-La metafisica”là è Xoräbixal’EVENTÜX–dell’Essere. È––«là»ontostoriXoräbixal’EVENTÜX––è«là»oltre la metafisica della makhinaouxiax metastorica-metafisica–’erranzabissalità in sé già esserne già dal nullaBissale Xoräbixal’EVENTÜX–dell’essere interEsserEVENTÜX–’essere-nel-mondo-esserEVENTÜX–spazialEVENTÜX–soggiornaressere-spazialEVENTÜX–


Essere-nel-mondo è’esserci––EVENTÜX– gettanzabixalesserne. L’esserci


oltrEVENTÜX–abissale dal nullabissalesserci è EVENTÜX–dell’esserci l’esserci mondeggia è l’esserci è evento epifenoumenico Esserne l’esserci soggiorna d’EVENTÜX–dell’esserci. L’esserci è «mondità» si dà esserci d’EVENTÜX–dà esserci l’esserci è esserEVENTÜX–––mondità«là è»L’essere per la morte»–mondità ontostoria dell’EsserEVENTÜX–già radurAbissalE dell’Essere KataEVENTÜX–oltre la metafisica della scienza o la scienza in sé»oltre la metafisica È«l’EVENTÜX–è l’EVENTÜX». Là è ontostoria dell’Essere––dà’”EVENTÜX”dell’essere////là Rapsodyx dal nullabissalE EVENTÜX–dal nullabixalex in sé–ontostorico dell’Essere dall’EsserEVENTÜX––dell’essere È Là epifenoumeno physixEVENTÜX–physix D’EVENTÜX––in sé––oltre la metafisica. L’«EVENTÜX–»dell’Essere–lì dell’Esserne––È L’Essersi Già l’Essere già d’EVENTÜX––ontostoria dell’Essere Per la mortesserCì della metafisica ontopoieticontologico È là ontostoria dell’EsseRapsodiabissale. È c’è già da ontotempora l’archéEVENTÜX–in sé da sé già di sé indicidibilEVENTÜX–dell’Essere In là dell’Essersi ontopologia nella ontostoria dell’Essere––è l’esserci EVENTÜX–dall’Essere all’EsserEVENTÜX–già ontopologica già l’EVENTÜX–dall’Essere là dell’Esserne dall’Essere’abissalE è


oltre–è anzi l’oltrEVENTÜX–ontologico dell’oltreontostoria dell’Essere’abissale è già«dal nullabixalex»della metafisica differenza-ontologica al di là Radurabixalex in sé nulleggia l’esserci già oltre È EVENTÜX–dal nullggiare nihilEVENTÜX–nihilx dal nulleggiare vi è kaósmosbixalex crea dal nulla EVENTÜX–del nulleggiare crea dal nulla KataEVENTÜX–là dell’Essere–dal nulla crea EVENTÜX–.


Dal nulla crea Là crea nell’esserEVENTÜX–esserci là dell’essere––EVENTÜX–dall’Essere È il nulleggireabissale dell’Essere«tranxsonanzabixalex»nell’EsserEVENTÜX–È«Rapsodiabixalex»catastrofEVENTÜX–Già


Là esserci ontostorico evento senzaPerché Rapsodyx–––Già in–sé’eventità è là. MetAEVENTÜX–––esserci È al di là Già dopo la morte»–della MetAfisica. EVENTÜX dell’eventontopologico dell’Essere–ontotoricità Là È “MetAEVENTÜX”nel pensiero che penSa poetate’’«rapsodiabisSalesserne indicibilEVENTÜX RAdura poiesix»subliMetAEVENTÜX Là già in sé diradanzabissale senzaPerché poiesixabissale D’EVENTÜX’indicibile poetante Già in EsserEVENTÜX In sé là abissal–EVENTÜX oltre’abissalità dall’abissaleMetAEVENTÜX». «PoiesixEVENTÜX–––della catastrofEVENTÜX––impensata È là–Là–già già in«sé»–evento’abissale Là singolarità È già fenoumeno Gestellx Gestell-Là GestellEVENTÜX-già D’evento dà da pensare là ontostoria dell’Essere D’È’ontologica ontostoria dell’Essereventontostorico Null’altro dell’esserci dall’EsserevEnto


dell’Essere oNtoStoria dell’Essere c’è ontologico eventontologicontoStoria dell’Essere ontologico È––EVENTÜX al di là della metafisica-della-morte già-esserne ontologico in sé«d’esserNe-già’ontologia catastrofEVENTÜX-della «metafisica’oblio dell’Essere Lì è ABIxAlEx È dell’essere»impensato È dell’esserevento epifenoumena della morte’al di là della morte–della–metafisica–essere-per-la-morte– della-metafisica esserci già in sé futurità È Hölderlinrapsodyx. La metafisicabissale della morte è la morte della Metafisica della morte l’essere-per-la-morte della metafisica della morte per la morte della metafisica della “morte” metafisica del paradigma al di qua dell’ontologia del paradigma»


La morte è EVENTÜX è già futurità. La morte è ontostoria EVENTÜX della morte metafisica del paradigma GestellEVENTÜX essere Gestellfuturità–d’EVENTÜX metafisica del paradigma EVENTÜX-ontologia-del-paradigma ontologia della morte della metAfisica. La singolarità evento esserefuturità metafisica della morte di Dio la mortefuturità Senzaperché metafisicabissale della morte è EVENTÜX senzaperché D’esserci»Perché c’è l’eventità–––interEVENTÜX esserci”"»––RadurAbissale dell’Essere nel nulla: KataEVENTÜX––nullabixalex»–EVENTÜX-ontologico––poiesix––––essere già EVENTÜX futurità l’esserne ontotempora”"Rapsodyx” RadurinterEVENTÜX” morte della metafisica exstaticHEVENTÜX«là creativa»EVENTÜX creatività Vi è”"fondarEVENTÜX dal nullabissale”»già È futurità”". È–’Essere-già-futurità–Vi è singolarità della morte della filosofia dellA metafisica in sé là’EVENTÜX in sé là’ dell’Essere dall’esserEVENTÜX nell’esserEVENTÜX’essere abissalità arckérapsoDyx»––là essere in sé»dall’EsserEVENTÜX» dell’essere’archéràpsodYx»dell’essere è l’essere che sottrae–è EVENTÜXdell’essere–’essere«dell’esserNe dell’Esservi l’Essere è EVENTÜX metafisica della morte della filosofia della Morte per’Essere’EVENTÜXdell’Essere la morte di Dio’ontologia dell’EVENTÜX dell’Essere TraMontanzabixalEx Senza–PErCHé Nell’inverno del


1911 cambiò Facoltà e si iscrisse a matematica, dove


tutto gli sarebbe riuscito più facile, essendo particolarmente


dotato per il calcolo infinitesimale. Tuttavia continuò


a seguire Craig e, dopo aver scoperto Schleiermacher


e Dilthey, studiò Nietzsche, Kierkegaard, Dostoevskij, si


dedicò alla lettura di Rilke e Trakl. Il passaggio ulteriore


alla Facoltà di filosofia segnò anche la distanza dal cattolicesimo.


La sua tesi di abilitazione su Duns Scoto,


260 capitolo quarto


discussa nel 1915, giustificò questa distanza anche filosoficamente:


il concetto scolastico di trascendenza gli sembrava


assoluto, sciolto dall’individuo e dalla sua vita.


«Immanenza e trascendenza sono concetti di relazione


».138 Alla scolastica Heidegger rimproverava di aver


perduto il legame con la mistica.


Solo per la vuota critica della cultura la mistica equivale


all’irrazionale. «Il chiacchiericcio sulla mistica, in


cui è definita ciò che è “senza forma”, non è che uno


sparlare basato su metodi di fondo non scientifici».139


L’avvicinamento al protestantesimo, segnato dal confronto


decisivo con Lutero, gli dischiuse un cammino


verso l’interiorità dove, accanto a Meister Eckhart, figuravano


anche Teresa d’Avila e Bernardo di Chiaravalle.


140


A documentarlo è un corso preparato nel 1918, ma poi


non tenuto, I fondamenti filosofici della mistica medievale,


in cui Heidegger punta l’indice contro lo «sbarramento


dogmatico» del cattolicesimo, che si afferma solo con l’esercizio


di una oscura autorità e una «violenza poliziesca


», una Polizeigewalt, soffocando ogni originaria esperienza


di vita.141 Hodie legimus in libro experientiae –


«Oggi intendiamo muoverci nell’ambito dell’esperienza


con l’intento di comprenderla».142 Così Heidegger


riprende le parole di Bernardo. E aggiunge in ultimo


quelle di Teresa d’Avila: «”poiché ciò che voglio esporre


è molto difficile e oscuro, se non è data alcuna esperienza”


».143 Sintetizza così il nuovo compito: la descrizione


fenomenologica della vita religiosa.


10. Dove si nasconde Paolo


Solo nel 1995 sono stati pubblicati, nell’edizione delle


opere complete, i corsi universitari tenuti da Heidegger


tra il semestre invernale del 1920 e quello estivo del


dopo auschwitz 261


1921, con il titolo Phänomenologie des religiösen Lebens.


Da allora il volume, tra i più frequentati e discussi, è


diventato quasi un bestseller. Dopo una lunga parte


introduttiva, dove vengono delineati concetti, come


quello di «indicazione formale», destinati ad avere


importanti ripercussioni, Heidegger interpreta alcuni


scritti di Paolo di Tarso: la Lettera ai Galati, la Prima e la


Seconda Lettera ai Tessalonicesi. Tocca però anche altre


lettere e tratta molti temi contenuti nei vangeli, nei sinottici


e in quello di Giovanni: dal Regno alla legge, dalla


parusia all’escatologia. Al corso su Paolo segue quello sul


X libro delle Confessioni di Agostino; il volume si chiude


con le pagine sulla mistica.


L’annuncio, l’inquietudine, la tensione permeano la


vita cristiana, quella delle «origini» e quella dell’oggi,


richiamano all’attesa della parusia, alla veglia per il


kairós, quell’istante che giungerà improvviso. In breve:


«l’esperienza cristiana vive il tempo stesso (“vivere”


inteso come verbo transitivo)».144 Impossibile non riconoscere


già qui il rintocco della campana, il ritmo della


temporalità, in cui l’esserci, gettato nella sua fatticità storica,


è spinto a proiettarsi nel futuro. Dal messaggio di


Paolo si allontanerebbe in seguito Agostino che, introducendo


una gerarchia fra visibile e invisibile, strappa la


vita alla sua inquietudine temporale, offrendole dimora


nel sommo bene.145


Testimone di un tempo altro, presto dimenticato nel


tempo greco e in quello moderno, scanditi da una linearità


estranea alla vita, il Paolo di Heidegger è una figura


complessa e ambigua.146 L’apostolo dei gentili sarebbe il


vero fondatore del cristianesimo – non Gesù di Nazareth.


Paolo vuol dire di essere giunto al cristianesimo grazie a un’esperienza


originaria, non attraverso una tradizione storica. A ciò si ricollega


una controversa teoria, discussa nella teologia protestante,


secondo cui Paolo non avrebbe avuto coscienza storica di Gesù di


262 capitolo quarto


Nazareth, ma avrebbe fondato una sua nuova religione cristiana, un


nuovo protocristianesimo, destinato a dominare il futuro: la religione


paolina, non la religione di Gesù. Non c’è bisogno quindi di


tornare al Gesù storico. La vita di Gesù è del tutto indifferente.147


Nelle pagine di Heidegger torna l’idea di una rottura,


di un Bruch: «importante! Frattura completa con il precedente


passato», con «forme di religione precedenti come


quella giudaico-farisaica».148 Paolo diventa allora l’iniziatore,


colui che inaugura una nuova religione, richiamando


a una esperienza originaria.


Negli anni in cui Heidegger scrive, il dibattito intorno


a Paolo varca già i confini della teologia e assume contorni


politici. Di lì a poco si sarebbe posta la difficile


scelta dei teorici del nazionalsocialismo: chi è Gesù, chi è


Paolo? Chi è il fondatore del cristianesimo? Che fare di


entrambi? La domanda è alla fin fine: come liquidare l’ebraismo?


La possibilità di una contaminazione spinge a


posizioni radicali. Nel 1924 Eckhart fa di Paolo il fondatore


del giudeobolscevismo.149 Se in alcuni casi si giunge


a rivendicare un Gesù non ebreo, un Cristo ariano, in


altri si epura anche Paolo, e in altri ancora si fa a meno di


entrambi e del cristianesimo.150 L’imbarazzo, com’è


noto, è molto antico: sta nell’esigenza del cristianesimo


di separasi dall’ebraismo per presentarsi come una nuova


religione. Siccome storicamente non si dà alcuna cesura,


la via più semplice è prescindere dalla storia.


È questa la via seguita da Heidegger che indica quel


fittizio momento iniziale nell’«esperienza originaria» di


Paolo. Salva dunque Paolo e lascia cadere il Gesù storico.


Soprattutto parla di Urchristentum, che in italiano viene


tradotto con «protocristanesimo». Nel testo ricorre


spesso anche l’aggettivo urchristlich – ad esempio «religiosità


protocristiana». Ma che cosa significa questo prefisso?


In che modo potrebbe essere assunto acriticamente?


Ur- è il segno di una cesura, di un taglio netto con


ciò che esisteva prima, è il tentativo di coprire, di occuldopo


auschwitz 263


tare, ed è infine un prefisso che si erge metafisicamente a


rivendicare l’origine e l’originarietà. In italiano è il protoche,


mentre si estende indietro per inglobare, si fa avanti,


avanza il diritto di essere primo, reclama la primogenitura.


Il cristianesimo originario sarebbe quello delle comunità


primitive, dei credenti intorno a Paolo, che però non


sapevano, a ben guardare di essere cristiani. Paolo stesso


non è, né sa di esserlo, dato che si chiama Saul, figlio di


Baruch, della comunità ebraica di Tarso, ebreo figlio di


ebrei, fariseo figlio di farisei, allievo del famoso rabban


Gamaliel.


Che ne è dell’ebraismo nel testo di Heidegger? Che ne


è dell’ebraico? Con difficoltà si rinvengono tracce sparse,


residui di una meticolosa cancellazione. Si tratta ogni


volta di riferimenti negativi: «Paolo è in lotta con gli


Ebrei», la «peculiare posizione originaria» di Paolo va


separata dalla sua «argomentazione rabbinico-giudaicoteologica


»; la legge è «ciò che fa dell’Ebreo un Ebreo» e


di qui il «confronto tra legge e fede»; ricondurre le «rappresentazioni


escatologiche» al tardo ebraismo, e poi a


quell’antico, non vuol dire «spiegare» Paolo, perché


importante è il «contesto originario».151


Senza dubbio Heidegger non è il solo a compiere questa


rimozione. Era un gesto relativamente diffuso. Tuttavia


non può non lasciare interdetti che Heidegger


sostenga: «il testo greco originale è l’unico che possa


essere assunto come base, sicché una reale comprensione


presuppone che si entri nello spirito del greco neotestamentario


».152 Dato che il «cristianesimo originario» deve


essere fondato su se stesso, l’Urtext è il greco. Non


importa che il greco delle lettere sia evidentemente una


lingua tradotta e derivata, costellata di segnali che rinviano


a uno sfondo ulteriore, a una retro-lingua, all’ebraico


che la impronta e la contamina.153 Non importa


che le numerose citazioni lascino affiorare testi altri e più


264 capitolo quarto


antichi e che Paolo stesso tradisca la sua provenienza traducendosi


in greco.


«Ma non è greco, è jiddish!» – è la battuta riportata da


Taubes a proposito della lingua di Paolo.154 Heidegger


legge quei testi «con il genio del ressentiment», ma


appunto con ressentiment.155 Quello «jiddish» lo infastidisce,


lo inquieta. Così lo oblitera. E nei suoi corsi comincia


da un Urtext neotestamentario. Il che avviene peraltro


negli anni in cui, proprio in Germania, e proprio tra i filosofi,


si fa più acuta la coscienza del testo ebraico. Buber e


Rosenzweig si convincono della necessità di ritradurre in


tedesco la Torà, per arginare la teologia della sostituzione


e per far riemergere l’originale coperto dal tedesco di


Lutero.


Come spiegare d’altronde che Heidegger, il quale


ovunque applica la Destruktion, demolisce gli strati della


metafisica, lavora sulle parole, le riporta alle etimologie,


e smantella così i concetti tradizionali, si fermi invece al


greco, per di più quello neotestamentario, assumendolo


come Grund, base e fondamento della sua interpretazione?


La mossa di Heidegger ha un valore teologico: separa il


greco dall’ebraico, il Nuovo Testamento dall’Antico


Testamento. Esclude la Torà; circoscrive la «Bibbia» solo


ai testi, scritti in greco, del canone neotestamentario che,


con un passo ulteriore, viene ridotto a pura esperienza di


fede. Da un canto la fede evangelica, anzi la fede cristica,


dall’altro il pensiero greco. Il che vuol dire anzitutto che


non esisterebbe un pensiero biblico, tanto meno un pensiero


ebraico (si pensa ad Atene, non a Gerusalemme). Ma


significa anche che il tratto originale del cristianesimo si


risolve nell’afflato della fede, pur essendo la teologia cristiana


un amalgama tra metafisica greca e cristianesimo


dell’origine. Tuttavia il filosofo, per mestiere, non ha


immediatamente a che fare con la fede, può prescinderne,


occupandosi di questioni filosofiche, che sono quelle poste


dopo auschwitz 265


dai greci. Ciò peraltro non vieta che, all’occorrenza,


volendo trarre ispirazione dalla «fede», non ci possano


essere brevi incursioni in quei territori.


Questo paradigma è tutt’altro che insolito presso i filosofi.


Quel che suscita inquietudine, nel caso di Heidegger,


è che si spinge all’esclusione della Bibbia ebraica e


all’eliminazione di ciò che è ebraico dall’Occidente. Così


sarebbe lecito chiedersi – come ha fatto Ricoeur – perché,


«pur essendo giunto a pensare a partire dal Vangelo e


dalla teologia cristiana, abbia sempre evitato il massiccio


ebraico che è l’estraneo assoluto rispetto al discorso


greco». Nessun «passo indietro» qui, per riconoscere «la


dimensione radicalmente ebraica del cristianesimo».156


Perché Hölderlin e non i salmi?


Certo si potrebbe far valere il pretesto dell’erudizione:


non è detto che si debba sapere l’ebraico e saper leggere,


dunque, i testi dell’Antico Testamento. È possibile che,


anche negli ambienti colti della teologia cristiana, non si


conoscessero né la lingua né, tanto meno, le fonti ebraiche.


Chi frequentava la famosa Graeca di Bultmann a


Marburgo poteva non avere accesso a quella tradizione.


Già nella teologia era d’altronde in atto una rimozione.


Tuttavia, si può non conoscere l’ebraico, ma non si può


non riconoscere che l’ebraico esiste, è la lingua coperta


dal greco, che occorrerebbe riportare alla luce.


Heidegger tace sull’ebraico. Che questo silenzio preannunci


già quelli successivi? La figura dell’apostolo viene


delineata in modo suggestivo e inedito. Perché non


sarebbe legittimo trarre ispirazione da quella vita cristiana


delle origini che viene descrivendo fenomenologicamente?


A lasciare perplessi non è solo l’ermeneutica


che, anziché far parlare il testo, indietreggiando il più


possibile, si ferma a un Urtext e lo innalza metafisicamente


a barriera. Il paradosso è che ciò che è stato consegnato


all’oblio da un canto, si ripresenta dall’altro


ammantato di originalità e novità.


266 capitolo quarto


Che cos’è quel tempo altro, a cui Paolo chiama, se


non il tempo ebraico? Da dove viene il monito a non calcolare


i giorni, i mesi, a lasciare aperta l’attesa di quel


che deve av


.



Tags: esserlex, essermi

Scritto Friday, 17 February 2017 alle 14:07 nella categoria essermi, esserne, eventopia. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti e i pings sono disabilitati.


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