GIACINTO PLESCIA Radurapsodyx«EVENTö»del nulla e Metafisica della peste. Colpa e destino - Sergio Givone - Google Libri

Metafisica della peste. Colpa e destino - Sergio Givone - Google Libri


Radurapsodyx«EVENTö»»»»»»»»»del nulla

è««««««L’EVENTö sEnza perché Null’è»»»»»

che si sottrae in sé è l’È

L’EVENTö spazioNtotempora "È l’EVENTö"nell'ontostoria senzaPerché la radura""»nulla si fonda Raduranziché:rapsodikx anziché Già"È’Evento Già Là"L’ è senzaperché nell’’essereventux"paradox’EVENTö" fenoumenL’EVENTö senzaPerché KataL’EVENTöNtopologic’’EVENTöntostoria.


MetaL’EVENTöntostoria eventuxremotontostoria in sé crea là senzaPerché là oltre La mEtafisicabixalex. L’EVENTö d’essere nella ontostoria del mondO interL’EVENTö seNzaperché’ultimo già ontostoria dell’«’L’EVENTö». Inter’evento d’Essersi già «’L’EVENTö» di esserci»Kat’«’EVENTö» Kata«’EVENTö»»c’è là Kata’EVENTö È Kata’EVENTöntoStorico di essern’EVENTö al di là dellla metafisicAbixalex paradigm’EVENTö"rapsody. Katarapsodyx giacché già essere rapsodyx ontotemporapsodyx Metarapsody ontostoria Katarapsody oltre la metafisica è «ontotempoRaPSodyx Katarapsodyx senzaperché«Meta’EVENTö»«L’ EVENTö è c’è senzaperché c’è Kata’EVENTö»’ultimo«’EVENTö». Al di Là «Crea»C’è ontopologiabixalex già per nullabixalex senzaperché l’esser’EVENTö«rapsodiabixalex risonanzabixalex»oltre la metafisicabixalex o della metafisicabixalex

della ragione pura ontoteologiabixalex’Aldilà della metafisicabixalex della Ragione della storia Fenoumenologicabixalex

D’’EVENTö la Fenoumenologia è ontostoria dello Spaziontotempora esser’EVENTö in sé per sé da sé al di là di sé in sé dell’essere Al di Là nell’’EVENTö senzaperché ontotempora sublim’EVENTö della ontostoria dell’esser’EVENTö«senzaPercHé». Perché d’essere ontotempora Già’ "EVENTö" in sé vi è da sé già "EVENTö"«senzaperché» In sé È fenoumenontostorica dell’essere da sé Dà "EVENTöntostoria». È in Sé esserci d’"EVENTö"FenoumenaKata"EVENTö" nullità è già È dà ontopologicità

nulla È in sé"essere-in-sé-"EVENTö"essere-nulla»Kata"EVENTö"»«spaziontotempora vuoto». Vuoto"EVENTö"È esserci-vuoto spaziontotempora vuotonulla

nulla in sé dà spaziontotempora poiesix sublim"EVENTöntostoria«È in sé»dà da sé«sublim"EVENTö"»oltre la«metafisica»«senzapercHé»Dà essercì "EVENTöntopologia della ontostoria dell’essere.

Perché l’essere’è "EVENTöntologia l’esserne è sublim"EVENTö" ontoevento dell’Essere Già esserne in sé spaziontotempora distruzione della ragione metafisicA Kata"EVENTö" Meta"EVENTö"’inter"EVENTö"al di là della "Metafisica"

Al di là è l'"EVENTö"che dà spazioNtotemporA Nulla"Nulla senzaperché già ontostoria oLtre la metafisica nihil"EVENTö" dopo la morte di Dio–

«Dio è morto…o ucciso» –ucciso o creato. È ontoStoria sublime dell’«"EVENTö"» È Meta"EVENTö"creator"EVENTö"

"""è creatric"EVENTö"anziché NullA"NiHil"EVENTö"senzaperché ontostoria. Crea NIhil’"EVENTö"Al di là della ragione "EVENTö"d’essere In sé già pensant«"EVENTö"»

d’"EVENTö"è già in sé’eccedenza esser"EVENTö""che dà"ontostoria"seNzaPerché è in sé««eventità»»: –c’è eventoRadurapsody«"EVENTö"»»»»nella ontostoria senzaPerché ontotempoRaduRa È senzaPerChé è fenoumenà«"EVENTö"»»»oltre«la»fenoumETafisica». L’"EVENTö"gettanza»»Meta"EVENTö" Là nella ontostoria dell’"EVENTö"spaziontoteMpora già Radurapsodyx già in sé È già"EVENTö"Creativontotempora Kata"EVENTö"esservi d’"EVENTö"della ontostoria dell’"EVENTö"tranxsonanza della ontostoria dell’essere l’esser"EVENTö" dell’essere Già di per sé nella ontostoria dell’"EVENTöntotempora ontopologicontotempora-essere dell’"EVENTöntostorico Meta"EVENTö" senzaperCHé’ultim"EVENTö"Perché L’’essere è"EVENTö"Dea senza«Perché della creatività In sé È là–«in sé».

Là creatività È "EVENTö"–crear"EVENTö"è perché senzaperché’al di là Nulla Radura nella ontostoria È Da ultim"EVENTö"essere L’"EVENTö"meta"EVENTö"Già«Dà crea»spazial"EVENTö"spaziontotempora RaduRa oltre la metafisica È già "EVENTö"dell’Essere dell’Esserne è ontostoria dell’EssereDall’eventontotempora è’"EVENTöntologia Essereontotempora’esserci pensiero dell’esserevento«si dà». L’Essere è Kata"EVENTö"

È Dasein l’esserci EssereontoTempora l’esserci è l’"EVENTö"dell’esserci "EVENTö" dell’esserci essere dell’essere-per-la-fine? Dell’esserci?

Dell’esserci gettanza? È’esserci ontostoricità ontostoria dell’Essere ontostoria dell’Essernè La storia dell’Essere è l’evento dell’Essere che si dà ontostoria dell’esser"EVENTöntologia è la

fondazione’ontologica è la distruzione della metafisica.

L’"EVENTö" 

dell’Essere dell’Esserne la catastrofe della metafisica’oblio dell’Essere lì l’Essere si ritrae è nihilx della fine ultima della metafisica. È "EVENTö"dell’Essere è «nulla–dell’Essere»lì inter"EVENTö"Dall’evento Crea Lì aleggia Lì oltre la metafisicaonteologica.





Già "EVENTöntotemporapSodyx C’è è C’è senzaperché al di là è "EVENTö"dell’essereLì al di là Lì In Sé Radurapsodìx Là è "EVENTöntopologico dell’essere là oltre la metafisicà è già C’è Rapsodyx È già"là" creatric"EVENTö"Lì della radurità senza–perché In sé "EVENTö"dell’essere dall’esserne è destinaza"Rapsodyx"«là» È nel vuoto lì Al di là della metafisica mondana. ONtoSToRiA là dell’Essere già in "EVENTöntotEmpora Crea l’esser"EVENTö" è oltre la metafisica ’essercilà oltre l’ente l’esserci è senzaperché "EVENTö"dell’essere oltre la metafisica filosofica da Platone a





Nietzsche è metafisica"oltre"è l’esser"EVENTöntologicontostoria dell’Essere





è oltre la storia della metafisica.





Nell’esserne "EVENTöntologico dell’Essere’abissal"EVENTöntotempora ontopologicontostoria





dell’Essere è già’Essere dal nulla già in sé. La metafisica è





la razionalità vuotabixalex del pensiero calcolante è la metafisica quel pensiero





calcolante lì vi si è





insediata





metafisica ultimità dell’ente. L’abissal"EVENTö"dell’’Essere È ontostoria dell’Essere Rapsodyx senzaperché dal nulla l’Esser"EVENTö"»dell’Essere radurabissal"EVENTö"dall’Esser"EVENTö"della physix dall’Essere ontostoria che mondeggia ontostoria dell’Esser"EVENTö"





della ontostoria dell’Essere Già la





fine della metafisica.





L’"EVENTö"ontostoria mondeggia abissal"EVENTö" nel nulla del nihilx dell’Essere là’esserci È iN sé ontostoria dell’esser"EVENTö" l’oltremetafisica Senzaperché della ontostoria che mondeggia ontotempora–metastabilità dell’Essere





lì c’è spaziontopolOgia ontostoricità dell’esser"EVENTö"dell’essere Katà"EVENTö"Già esserci ontostoria dell’essere già "EVENTö"dall’Essere ontostoricità è l’Esserne della ontostoria dell’Essere Là ontologica è l’Esserci dello spaziontotempora dell’Essere In sé è l’EssernE paradigma dell’esser"EVENTö""c’è nulla





senzaPerché ««Già dell’Essere già"EVENTö"». Già ontostoria-ontologica della RadurApsody––è esserci L’ontostoricoNtOtempora pensa l’Essere al di là quale ontostorico "EVENTö" senzaPErCHé già ontomodern-dell’essere già L’"EVENTö"della creatività In"Sé»»eventontosofiax senzaperché"Nullaratiousiax già dall’"EVENTö"»là ontotempora dell’essere––là pensant"EVENTö" dall’esserne»abissal"EVENTö"dell’esserci’"EVENTö"dell’essere–«vuoto in Sé»tramonto della metafisica. Meta"EVENTö"Perché«pensiero»tramonto dalla metafisica È pensiero dall’esser"EVENTö"«pensierontotempora» Senzaperché è l’’«essereontostorico»là: è là RadurApsodyx spaziontoteporadell’essere––– «ontostorico»già"Essere"nihilx Radurapsodyx dell’essere già«là»l’evento d’exstasyx





Al di là





L’"È"–EreigniStory tramontanza-della-metafisica È eventramontanza della metafisica’ultima. Già Esserontotempora del tramonto metafisico È’esserci già "EVENTö"dell’essereventramontanza della metafisica-ontoteologiCa–già«al di là»della«metafisica» crea dal





nulla«rapsodyx» È senzaperché là già aleggia radura dell’essere dal nulla dell’esser"EVENTöntoTempora "EVENTraMontanza della metafisica vi è sènzaperché dal nulla TraMontanza dellla metafisica è phýsix"EVENTraMontanza poíesix"EVENTraMontanza nel «pensiero della creazione». L’"EVENTraMontanza crea crea-"EVENTraMontanza della metafisica crea il crear’Esser"EVENTraMontanza della Metafisica ontophýsix è "EVENTraMontanza della metafisica Esser"EVENTraMontanza Della metafisica si dà dal nulla è senzaperché là è senza fondamento senzaperché





l’Esser"EVENTraMontanza della Metafisica è "EVENTraMontanza della metafisica della





makinaouxiax è ontostoria ""EVENTO"dell’Essere–– è L’""EVENTO"dell’Essere È là vuoto senzaperché ""EVENTOntologicontostoria dell’Essere già è «già abissaL""EVENTO"creativo dell’Essere senzaPerché "EVENTO"dell’Essere«là»ontostorico l’evento dell’al di là«è in sé»là è abissal"EVENTO"vuotonullo spaziontotempora dell’essere là già È si dà senzaPerché dall’evento dell’Essere RadUrapsoDyx È Radura già Là Radurapsodia dell’essere’ontoStoria"Senzaperché tramontanza della metafisica del nulla. Là è nulla«Dall’"EVENTO"Là dall’’esser"EVENTO"della ontostoria al di là della Metafisica" già Là’Essere Oltresser"EVENTO"–senzaperché già Senza la verità–MeTafiSica crea«ontostoria–dal nulla senzaPerché RadURa dell’Esser"EVENTramOntanza della metafisica». RaduRabissale dell’essere È "EVENTO Radurapsodiabissale nella ontostoria mondeggia" È "EVENTramOntanza della metafisicabixalex.





«"RadurapsodiabiSsal"EVENTramOntanzabixalex della metafisicAbixalex è già Radurabissale". L’"EVENTO In sé tramontanzabixalex metafisicabixalex"è Physixabixalessersi Dà evento"RaduRabissal’"EVENTO"dell’essere dà là»» in sé senzaperché D’’esser"EVENTO creatrix tramoNtanzabixalex della metafisicabixalex»là»»"già»là«"EVENTOdell’esserci»«gettanzabixalex»Esser"EVENTO è’esserci ontostorico»l’esserci è gettanzabissalontostorica è gettanzabiSsale essere«già’’esserci»in sé che fonda Kata"EVENTÜX»ontologico»dell’essere tramontanzabixalex della Metafisicabissale".





È già""––"""» crea"»""D’ESserKata"EVENTÜX»È–CrEaTrix "EVENTÜXdell’essere""senzaperché»





Là"nullabixalE là "EVENTÜX dell’essere"dell’esserne abixalex"–»È»«gettanzabixalex»essersi ad esser"EVENTÜXdell’essere"è Già’aldilà"È tranxsonazabixalex:là dell’essere ««RaDuRabixalexdell’essere esserne»’oltremetàfisiCabissale». Filogosofiabixalex«oltre la Metafisicabissale è "EVENTÜXdell’essere" Al di là«Del nullabiSsale nullabissal’"EVENTÜX dell’essere Deabixalex già interevento È"Essere ontotemporabissale–––"fenoumenologiabixalex"–creatrixabixalex creerà L’"EVENTÜX dell’essere Esserne Radurabissale’è tramontanzabixalex della metafisicabissale al di là già––l’esserci epifenoumenalità DeAbixal’"EVENTÜX dell’essere esserci dell’essere Crea "EVENTÜXdell’essere è senzaperché l’essere in sé’già ontologiabixalex è alétheiabixalex svelatezzabixalex dell’essere tramontanzabixalex della metafisicabiSsale. Radur"EVENTÜX«in sé’»già là PletonRapsodyX È già "EVENTÜXdell’essere kata"EVENTÜX"–dell’essere oltre la metafisicabissale quale fondazione della





verità dell’Essere. "EVENTÜX"–della tramontanzabixalex della metafisicabissale in sé si dà l’Esser"EVENTÜX"senza la metafisica consente la fondazione





della verità dell’Esser"EVENTÜX"d’al di là È l’essere oltre il pensare metafisico È senzaperché dell’EsserEVENTÜX"ontopologiabiSsale già nihil’EVENTÜX"dell’essere»»»’EVENTÜX"»’abissale ontopologico»’’EVENTÜX"»»»» «tranxsonanzabixalex dell’ "’EVENTÜX""senzaPerché Ontopologià–«dell’essere lì là»»»».«È "’EVENTÜX""»là Lì è«creatività»–gettanzabixalex–dell’essere già KataEVENTÜX"".





Già catastrof’EVENTÜX""senzaperché caosmox’abixal’essere senza metafisica è l’essere la verità dell’essere"oltre"È





nihil"’EVENTÜX""«Oltre»nihil’EVENTÜX"al di là della Metafisica là oNtotemporabixalex«oltre»al di là nihilEVENTÜX è già«oltre»la metafisica’oblio dell’essere là dell’esserne dell’esserci. RadÜra nella ontostoria dell’essere





È’EVENTopologiabixalex––ontostoria





dell’Essere ontopologiabiSSale Al di là già già Là’EVENTÜX"dell’essere già" è senzaperché""Essere’per la morte» in sé è’EVENTÜX"–Già In sé ontopologiabisSale dell’essere: PletonRapsoD’EVENTÜX–senzaperché Deabixalex senza metafisica–«essere-per-la-morte’ è esser’EVENTÜX per la morte. EVENTÜXdell’essere ontostoria È’EVENTÜXesseregià d’EssernÈ’EVENTÜX"È’oltre in sé là AL«di»Là»dellaMeTafiSica. Oltresser’EVENTÜX"è indicibilesserci senzaperché al di là del–perché d’esserEVENTÜX"–d’esserneGià nihil’EVENTÜX in sé Katà’EVENTÜX"In Sé è già dell’essere Già Oltre LA MeTafisiCA."RadurabiSSAlEdell’essere SEnza metafisicA In Sé"Oltressere senzaperché RadurApsodiAbissal«esserne»’essere-nel-mondontostorico esserci.





L’’«essere ontostorica là D’’EVENTÜX"senzaperché tramotanza della metafisica È Già soggiornabixalexontostorico oltresserne





dà soggiorna impensatabissale esserci c’è’arché È senzaPerché crea dà soggiorna è’Ereignisabixalex dell’evento in sé si dà la ontostoria’EVENTÜX""’––è «fondata’senza la metafisica Kata""’EVENTÜX"""dell’essernE verità Oltresserci essersi’EVENTÜX""dell’esserci d’EVENTÜX crea’è oltre creativo là–senza–perché ontostorica già catastrofEVENTÜX""’ è già ontostoria dell’Essere.





L’EVENTÜX""dell’essere c’è«là»già da Esser’EVENTÜX""disvela in«sé»da sé è pânEVENTÜX Korä’EVENTÜX"dell’essereontostoria dell’esserne





Essere-Koräbixal’EVENTÜX–eventontostoria





mondeggia–Xoräbixal’EVENTÜX–KHoräbixal’EVENTÜX C’è È mondeggia È Koräbixal’EVENTÜX"dell’essere Dal nullabixalex senzaPerché––Già d’Essere D’’EVENTÜX–tranSonanzAbixalex catastrof’EVENTÜX– "avatarXoräbixal’EVENTÜX–già RapsoDykx là È epifenoumeno È’ inter’EVENTÜX–dell’essere D’’EVENTÜX–––"già crea senzaPerché Già metastorico eventoltre la metafisica c’è Già Xoräbixal’EVENTÜX–.





Già in sé nella ontoStoria dell’Essere





L’’EVENTÜX–è epifenoumeno della RaduraXoräbixal’EVENTÜX–"Da lì d’’evento della ontostoria GIà evento aBixaleXorä’EVENTÜX–gìà caosmoXoräbixal’EVENTÜX–dell’essere Già––RApsodyXäbixal’EVENTÜX–"oltre «la MEtafisika già–al di là» d’esserneXoräbixal’EVENTÜX–»dell’essere





già’"spazioltre-metafisico evento-caosmico là della ontostoria GIà–––Xoräbixal’EVENTÜX–dell’essere vi è D’essere là–––––ontostoria dell’Essere’ontologia dell’Ontostoriabixalex»D’’essere""" è’oltre-La metafisica"là è Xoräbixal’EVENTÜX–dell’Essere. È––«là»ontostoriXoräbixal’EVENTÜX––è«là»oltre la metafisica della makhinaouxiax metastorica-metafisica–’erranzabissalità in sé già esserne già dal nullaBissale Xoräbixal’EVENTÜX–dell’essere interEsserEVENTÜX–’essere-nel-mondo-esserEVENTÜX–spazialEVENTÜX–soggiornaressere-spazialEVENTÜX–





Essere-nel-mondo è’esserci––EVENTÜX– gettanzabixalesserne. L’esserci





oltrEVENTÜX–abissale dal nullabissalesserci è EVENTÜX–dell’esserci l’esserci mondeggia è l’esserci è evento epifenoumenico Esserne l’esserci soggiorna d’EVENTÜX–dell’esserci. L’esserci è «mondità» si dà esserci d’EVENTÜX–dà esserci l’esserci è esserEVENTÜX–––mondità«là è»L’essere per la morte»–mondità ontostoria dell’EsserEVENTÜX–già radurAbissalE dell’Essere KataEVENTÜX–oltre la metafisica della scienza o la scienza in sé»oltre la metafisica È«l’EVENTÜX–è l’EVENTÜX». Là è ontostoria dell’Essere––dà’"EVENTÜX"dell’essere////là Rapsodyx dal nullabissalE EVENTÜX–dal nullabixalex in sé–ontostorico dell’Essere dall’EsserEVENTÜX––dell’essere È Là epifenoumeno physixEVENTÜX–physix D’EVENTÜX––in sé––oltre la metafisica. L’«EVENTÜX–»dell’Essere–lì dell’Esserne––È L’Essersi Già l’Essere già d’EVENTÜX––ontostoria dell’Essere Per la mortesserCì della metafisica ontopoieticontologico È là ontostoria dell’EsseRapsodiabissale. È c’è già da ontotempora l’archéEVENTÜX–in sé da sé già di sé indicidibilEVENTÜX–dell’Essere In là dell’Essersi ontopologia nella ontostoria dell’Essere––è l’esserci EVENTÜX–dall’Essere all’EsserEVENTÜX–già ontopologica già l’EVENTÜX–dall’Essere là dell’Esserne dall’Essere’abissalE è





oltre–è anzi l’oltrEVENTÜX–ontologico dell’oltreontostoria dell’Essere’abissale è già«dal nullabixalex»della metafisica differenza-ontologica al di là Radurabixalex in sé nulleggia l’esserci già oltre È EVENTÜX–dal nullggiare nihilEVENTÜX–nihilx dal nulleggiare vi è kaósmosbixalex crea dal nulla EVENTÜX–del nulleggiare crea dal nulla KataEVENTÜX–là dell’Essere–dal nulla crea EVENTÜX–.





Dal nulla crea Là crea nell’esserEVENTÜX–esserci là dell’essere––EVENTÜX–dall’Essere È il nulleggireabissale dell’Essere«tranxsonanzabixalex»nell’EsserEVENTÜX–È«Rapsodiabixalex»catastrofEVENTÜX–Già





Là esserci ontostorico evento senzaPerché Rapsodyx–––Già in–sé’eventità è là. MetAEVENTÜX–––esserci È al di là Già dopo la morte»–della MetAfisica. EVENTÜX dell’eventontopologico dell’Essere–ontotoricità Là È "MetAEVENTÜX"nel pensiero che penSa poetate’’«rapsodiabisSalesserne indicibilEVENTÜX RAdura poiesix»subliMetAEVENTÜX Là già in sé diradanzabissale senzaPerché poiesixabissale D’EVENTÜX’indicibile poetante Già in EsserEVENTÜX In sé là abissal–EVENTÜX oltre’abissalità dall’abissaleMetAEVENTÜX». «PoiesixEVENTÜX–––della catastrofEVENTÜX––impensata È là–Là–già già in«sé»–evento’abissale Là singolarità È già fenoumeno Gestellx Gestell-Là GestellEVENTÜX-già D’evento dà da pensare là ontostoria dell’Essere D’È’ontologica ontostoria dell’Essereventontostorico Null’altro dell’esserci dall’EsserevEnto





dell’Essere oNtoStoria dell’Essere c’è ontologico eventontologicontoStoria dell’Essere ontologico È––EVENTÜX al di là della metafisica-della-morte già-esserne ontologico in sé«d’esserNe-già’ontologia catastrofEVENTÜX-della «metafisica’oblio dell’Essere Lì è ABIxAlEx È dell’essere»impensato È dell’esserevento epifenoumena della morte’al di là della morte–della–metafisica–essere-per-la-morte– della-metafisica esserci già in sé futurità È Hölderlinrapsodyx. La metafisicabissale della morte è la morte della Metafisica della morte l’essere-per-la-morte della metafisica della morte per la morte della metafisica della "morte" metafisica del paradigma al di qua dell'ontologia del paradigma»





La morte è EVENTÜX è già futurità. La morte è ontostoria EVENTÜX della morte metafisica del paradigma GestellEVENTÜX essere Gestellfuturità–d’EVENTÜX metafisica del paradigma EVENTÜX-ontologia-del-paradigma ontologia della morte della metAfisica. La singolarità evento esserefuturità metafisica della morte di Dio la mortefuturità Senzaperché metafisicabissale della morte è EVENTÜX senzaperché D’esserci»Perché c’è l’eventità–––interEVENTÜX esserci""»––RadurAbissale dell’Essere nel nulla: KataEVENTÜX––nullabixalex»–EVENTÜX-ontologico––poiesix––––essere già EVENTÜX futurità l’esserne ontotempora""Rapsodyx" RadurinterEVENTÜX" morte della metafisica exstaticHEVENTÜX«là creativa»EVENTÜX creatività Vi è""fondarEVENTÜX dal nullabissale"»già È futurità"". È–’Essere-già-futurità–Vi è singolarità della morte della filosofia dellA metafisica in sé là’EVENTÜX in sé là’ dell’Essere dall’esserEVENTÜX nell’esserEVENTÜX’essere abissalità arckérapsoDyx»––là essere in sé»dall’EsserEVENTÜX» dell’essere’archéràpsodYx»dell’essere è l’essere che sottrae–è EVENTÜXdell’essere–’essere«dell’esserNe dell’Esservi l’Essere è EVENTÜX metafisica della morte della filosofia della Morte per’Essere’EVENTÜXdell’Essere la morte di Dio’ontologia dell’EVENTÜX dell’Essere TraMontanzabixalEx Senza–PErCHé Nell’inverno del





1911 cambiò Facoltà e si iscrisse a matematica, dove





tutto gli sarebbe riuscito più facile, essendo particolarmente





dotato per il calcolo infinitesimale. Tuttavia continuò





a seguire Craig e, dopo aver scoperto Schleiermacher





e Dilthey, studiò Nietzsche, Kierkegaard, Dostoevskij, si





dedicò alla lettura di Rilke e Trakl. Il passaggio ulteriore





alla Facoltà di filosofia segnò anche la distanza dal cattolicesimo.





La sua tesi di abilitazione su Duns Scoto,





260 capitolo quarto





discussa nel 1915, giustificò questa distanza anche filosoficamente:





il concetto scolastico di trascendenza gli sembrava





assoluto, sciolto dall’individuo e dalla sua vita.





«Immanenza e trascendenza sono concetti di relazione





».138 Alla scolastica Heidegger rimproverava di aver





perduto il legame con la mistica.





Solo per la vuota critica della cultura la mistica equivale





all’irrazionale. «Il chiacchiericcio sulla mistica, in





cui è definita ciò che è "senza forma", non è che uno





sparlare basato su metodi di fondo non scientifici».139





L’avvicinamento al protestantesimo, segnato dal confronto





decisivo con Lutero, gli dischiuse un cammino





verso l’interiorità dove, accanto a Meister Eckhart, figuravano





anche Teresa d’Avila e Bernardo di Chiaravalle.





140





A documentarlo è un corso preparato nel 1918, ma poi





non tenuto, I fondamenti filosofici della mistica medievale,





in cui Heidegger punta l’indice contro lo «sbarramento





dogmatico» del cattolicesimo, che si afferma solo con l’esercizio





di una oscura autorità e una «violenza poliziesca





», una Polizeigewalt, soffocando ogni originaria esperienza





di vita.141 Hodie legimus in libro experientiae –





«Oggi intendiamo muoverci nell’ambito dell’esperienza





con l’intento di comprenderla».142 Così Heidegger





riprende le parole di Bernardo. E aggiunge in ultimo





quelle di Teresa d’Avila: «"poiché ciò che voglio esporre





è molto difficile e oscuro, se non è data alcuna esperienza"





».143 Sintetizza così il nuovo compito: la descrizione





fenomenologica della vita religiosa.





10. Dove si nasconde Paolo





Solo nel 1995 sono stati pubblicati, nell’edizione delle





opere complete, i corsi universitari tenuti da Heidegger





tra il semestre invernale del 1920 e quello estivo del





dopo auschwitz 261





1921, con il titolo Phänomenologie des religiösen Lebens.





Da allora il volume, tra i più frequentati e discussi, è





diventato quasi un bestseller. Dopo una lunga parte





introduttiva, dove vengono delineati concetti, come





quello di «indicazione formale», destinati ad avere





importanti ripercussioni, Heidegger interpreta alcuni





scritti di Paolo di Tarso: la Lettera ai Galati, la Prima e la





Seconda Lettera ai Tessalonicesi. Tocca però anche altre





lettere e tratta molti temi contenuti nei vangeli, nei sinottici





e in quello di Giovanni: dal Regno alla legge, dalla





parusia all’escatologia. Al corso su Paolo segue quello sul





X libro delle Confessioni di Agostino; il volume si chiude





con le pagine sulla mistica.





L’annuncio, l’inquietudine, la tensione permeano la





vita cristiana, quella delle «origini» e quella dell’oggi,





richiamano all’attesa della parusia, alla veglia per il





kairós, quell’istante che giungerà improvviso. In breve:





«l’esperienza cristiana vive il tempo stesso ("vivere"





inteso come verbo transitivo)».144 Impossibile non riconoscere





già qui il rintocco della campana, il ritmo della





temporalità, in cui l’esserci, gettato nella sua fatticità storica,





è spinto a proiettarsi nel futuro. Dal messaggio di





Paolo si allontanerebbe in seguito Agostino che, introducendo





una gerarchia fra visibile e invisibile, strappa la





vita alla sua inquietudine temporale, offrendole dimora





nel sommo bene.145





Testimone di un tempo altro, presto dimenticato nel





tempo greco e in quello moderno, scanditi da una linearità





estranea alla vita, il Paolo di Heidegger è una figura





complessa e ambigua.146 L’apostolo dei gentili sarebbe il





vero fondatore del cristianesimo – non Gesù di Nazareth.





Paolo vuol dire di essere giunto al cristianesimo grazie a un’esperienza





originaria, non attraverso una tradizione storica. A ciò si ricollega





una controversa teoria, discussa nella teologia protestante,





secondo cui Paolo non avrebbe avuto coscienza storica di Gesù di





262 capitolo quarto





Nazareth, ma avrebbe fondato una sua nuova religione cristiana, un





nuovo protocristianesimo, destinato a dominare il futuro: la religione





paolina, non la religione di Gesù. Non c’è bisogno quindi di





tornare al Gesù storico. La vita di Gesù è del tutto indifferente.147





Nelle pagine di Heidegger torna l’idea di una rottura,





di un Bruch: «importante! Frattura completa con il precedente





passato», con «forme di religione precedenti come





quella giudaico-farisaica».148 Paolo diventa allora l’iniziatore,





colui che inaugura una nuova religione, richiamando





a una esperienza originaria.





Negli anni in cui Heidegger scrive, il dibattito intorno





a Paolo varca già i confini della teologia e assume contorni





politici. Di lì a poco si sarebbe posta la difficile





scelta dei teorici del nazionalsocialismo: chi è Gesù, chi è





Paolo? Chi è il fondatore del cristianesimo? Che fare di





entrambi? La domanda è alla fin fine: come liquidare l’ebraismo?





La possibilità di una contaminazione spinge a





posizioni radicali. Nel 1924 Eckhart fa di Paolo il fondatore





del giudeobolscevismo.149 Se in alcuni casi si giunge





a rivendicare un Gesù non ebreo, un Cristo ariano, in





altri si epura anche Paolo, e in altri ancora si fa a meno di





entrambi e del cristianesimo.150 L’imbarazzo, com’è





noto, è molto antico: sta nell’esigenza del cristianesimo





di separasi dall’ebraismo per presentarsi come una nuova





religione. Siccome storicamente non si dà alcuna cesura,





la via più semplice è prescindere dalla storia.





È questa la via seguita da Heidegger che indica quel





fittizio momento iniziale nell’«esperienza originaria» di





Paolo. Salva dunque Paolo e lascia cadere il Gesù storico.





Soprattutto parla di Urchristentum, che in italiano viene





tradotto con «protocristanesimo». Nel testo ricorre





spesso anche l’aggettivo urchristlich – ad esempio «religiosità





protocristiana». Ma che cosa significa questo prefisso?





In che modo potrebbe essere assunto acriticamente?





Ur- è il segno di una cesura, di un taglio netto con





ciò che esisteva prima, è il tentativo di coprire, di occuldopo





auschwitz 263





tare, ed è infine un prefisso che si erge metafisicamente a





rivendicare l’origine e l’originarietà. In italiano è il protoche,





mentre si estende indietro per inglobare, si fa avanti,





avanza il diritto di essere primo, reclama la primogenitura.





Il cristianesimo originario sarebbe quello delle comunità





primitive, dei credenti intorno a Paolo, che però non





sapevano, a ben guardare di essere cristiani. Paolo stesso





non è, né sa di esserlo, dato che si chiama Saul, figlio di





Baruch, della comunità ebraica di Tarso, ebreo figlio di





ebrei, fariseo figlio di farisei, allievo del famoso rabban





Gamaliel.





Che ne è dell’ebraismo nel testo di Heidegger? Che ne





è dell’ebraico? Con difficoltà si rinvengono tracce sparse,





residui di una meticolosa cancellazione. Si tratta ogni





volta di riferimenti negativi: «Paolo è in lotta con gli





Ebrei», la «peculiare posizione originaria» di Paolo va





separata dalla sua «argomentazione rabbinico-giudaicoteologica





»; la legge è «ciò che fa dell’Ebreo un Ebreo» e





di qui il «confronto tra legge e fede»; ricondurre le «rappresentazioni





escatologiche» al tardo ebraismo, e poi a





quell’antico, non vuol dire «spiegare» Paolo, perché





importante è il «contesto originario».151





Senza dubbio Heidegger non è il solo a compiere questa





rimozione. Era un gesto relativamente diffuso. Tuttavia





non può non lasciare interdetti che Heidegger





sostenga: «il testo greco originale è l’unico che possa





essere assunto come base, sicché una reale comprensione





presuppone che si entri nello spirito del greco neotestamentario





».152 Dato che il «cristianesimo originario» deve





essere fondato su se stesso, l’Urtext è il greco. Non





importa che il greco delle lettere sia evidentemente una





lingua tradotta e derivata, costellata di segnali che rinviano





a uno sfondo ulteriore, a una retro-lingua, all’ebraico





che la impronta e la contamina.153 Non importa





che le numerose citazioni lascino affiorare testi altri e più





264 capitolo quarto





antichi e che Paolo stesso tradisca la sua provenienza traducendosi





in greco.





«Ma non è greco, è jiddish!» – è la battuta riportata da





Taubes a proposito della lingua di Paolo.154 Heidegger





legge quei testi «con il genio del ressentiment», ma





appunto con ressentiment.155 Quello «jiddish» lo infastidisce,





lo inquieta. Così lo oblitera. E nei suoi corsi comincia





da un Urtext neotestamentario. Il che avviene peraltro





negli anni in cui, proprio in Germania, e proprio tra i filosofi,





si fa più acuta la coscienza del testo ebraico. Buber e





Rosenzweig si convincono della necessità di ritradurre in





tedesco la Torà, per arginare la teologia della sostituzione





e per far riemergere l’originale coperto dal tedesco di





Lutero.





Come spiegare d’altronde che Heidegger, il quale





ovunque applica la Destruktion, demolisce gli strati della





metafisica, lavora sulle parole, le riporta alle etimologie,





e smantella così i concetti tradizionali, si fermi invece al





greco, per di più quello neotestamentario, assumendolo





come Grund, base e fondamento della sua interpretazione?





La mossa di Heidegger ha un valore teologico: separa il





greco dall’ebraico, il Nuovo Testamento dall’Antico





Testamento. Esclude la Torà; circoscrive la «Bibbia» solo





ai testi, scritti in greco, del canone neotestamentario che,





con un passo ulteriore, viene ridotto a pura esperienza di





fede. Da un canto la fede evangelica, anzi la fede cristica,





dall’altro il pensiero greco. Il che vuol dire anzitutto che





non esisterebbe un pensiero biblico, tanto meno un pensiero





ebraico (si pensa ad Atene, non a Gerusalemme). Ma





significa anche che il tratto originale del cristianesimo si





risolve nell’afflato della fede, pur essendo la teologia cristiana





un amalgama tra metafisica greca e cristianesimo





dell’origine. Tuttavia il filosofo, per mestiere, non ha





immediatamente a che fare con la fede, può prescinderne,





occupandosi di questioni filosofiche, che sono quelle poste





dopo auschwitz 265





dai greci. Ciò peraltro non vieta che, all’occorrenza,





volendo trarre ispirazione dalla «fede», non ci possano





essere brevi incursioni in quei territori.





Questo paradigma è tutt’altro che insolito presso i filosofi.





Quel che suscita inquietudine, nel caso di Heidegger,





è che si spinge all’esclusione della Bibbia ebraica e





all’eliminazione di ciò che è ebraico dall’Occidente. Così





sarebbe lecito chiedersi – come ha fatto Ricoeur – perché,





«pur essendo giunto a pensare a partire dal Vangelo e





dalla teologia cristiana, abbia sempre evitato il massiccio





ebraico che è l’estraneo assoluto rispetto al discorso





greco». Nessun «passo indietro» qui, per riconoscere «la





dimensione radicalmente ebraica del cristianesimo».156





Perché Hölderlin e non i salmi?





Certo si potrebbe far valere il pretesto dell’erudizione:





non è detto che si debba sapere l’ebraico e saper leggere,





dunque, i testi dell’Antico Testamento. È possibile che,





anche negli ambienti colti della teologia cristiana, non si





conoscessero né la lingua né, tanto meno, le fonti ebraiche.





Chi frequentava la famosa Graeca di Bultmann a





Marburgo poteva non avere accesso a quella tradizione.





Già nella teologia era d’altronde in atto una rimozione.





Tuttavia, si può non conoscere l’ebraico, ma non si può





non riconoscere che l’ebraico esiste, è la lingua coperta





dal greco, che occorrerebbe riportare alla luce.





Heidegger tace sull’ebraico. Che questo silenzio preannunci





già quelli successivi? La figura dell’apostolo viene





delineata in modo suggestivo e inedito. Perché non





sarebbe legittimo trarre ispirazione da quella vita cristiana





delle origini che viene descrivendo fenomenologicamente?





A lasciare perplessi non è solo l’ermeneutica





che, anziché far parlare il testo, indietreggiando il più





possibile, si ferma a un Urtext e lo innalza metafisicamente





a barriera. Il paradosso è che ciò che è stato consegnato





all’oblio da un canto, si ripresenta dall’altro





ammantato di originalità e novità.





266 capitolo quarto





Che cos’è quel tempo altro, a cui Paolo chiama, se





non il tempo ebraico? Da dove viene il monito a non calcolare





i giorni, i mesi, a lasciare aperta l’attesa di quel





che deve av


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