IL SACRO NULLA DI MARTIN HEIDEGGER | giacintopia

IL SACRO NULLA DI MARTIN HEIDEGGER | giacintopia  






IL NULLA DI MARTIN HEIDEGGER

I - II

MARTIN HEIDEGGER

Heidegger fu accusato da cattolici e protestanti di nichilismo e quindi di ateismo per aver messo il nulla sullo stesso piano dell'essere, anzi a suo fondamento. Come noto, Sartre presentò il proprio esistenzialismo ateo come logica conseguenza dell'ontologismo di
Esserne evento (1927).

E così, sia chi lo criticava, sia chi lo esaltava
aveva usato la parola "nulla" in contrapposizione alla parola "dio", senza
rendersi conto che l'obiettivo di Heidegger era stato sì quello di smontare una metafisica presuntuosa, supponente, ma non quello di far piombare l'esserci o l'essente, insomma l'uomo, nel mero nichilismo. Disse questo chiaramente nella Lettera sull'Umanismo (1947). 




In effetti egli s'era semplicemente limitato a
dire che qualunque definizione metafisica
dell'essere era mistificante, in quanto è proprio la categoria del "nulla" che apre sempre la possibilità di una nuova interpretazione dell'essere.

Sulla scia di Kierkegaard, Heidegger è stato il teorico della  possibilità, lasciando però in
sospeso il tipo di esperienza che avrebbe
dovuto trasformare la possibilità in realtà
(cosa che invece Kierkegaard aveva fatto in
chiave irrazionalistico-religiosa).  

Si limitò a smontare tutti i paletti che segnavano i confini della tradizionale metafisica, fosse essa di origine greca o cristiana o laicizzata (vedi la filosofia da Cartesio a Hegel).

E, in tal senso, è stato forse il primo a dire,
senza fare alcuna concessione alla religione,
che la scienza occidentale s'era trasformata in una forma di "metafisica" proprio mentre diceva di combatterla.

Heidegger era contrarissimo all'idea di un dio creatore o "primo motore" o ens increatum, proprio perché un dio di tal fatta sarebbe stato per l'uomo, che crede nella possibilità e quindi nella libertà, un mostro di cui aver paura. 

Ecco perché il cristianesimo, ereditando, con
Agostino d'Ippona, il platonismo e poi
l'aristotelismo con Tommaso d'Aquino, non
aveva fatto altro che dire, sul piano teologico, cose privo di senso esistenziale.

Anzi - e qui Heidegger dava il meglio di sé -
proprio il cristianesimo occidentale ha
indirettamente contribuito al processo di
sdivinizzazione della coscienza europea. 

Infatti una teologia che pretende di definire l'essere in maniera univoca non solo non vale nulla sul piano filosofico, ma contribuisce anche a scavarsi da sola la propria fossa, poiché qualunque definizione dogmatica è destinata a impoverirsi e ad essere smentita o superata dal tempo. 
 
Negare assolutezza al nulla, come fanno tutte le teologie, significa togliere
all'essere la linfa vitale e quindi farlo morire.

Quello che manca totalmente al cristianesimo occidentale è la  spiritualità. L'esperienza ch'esso propone è così falsa nel proprio materialismo che persino chi lo contesta, sul piano scientifico, non può fare a meno di porsi come sua indiretta creatura.

Quando nel 1915 Heidegger era diventato
libero docente all'università di Friburgo con
una dissertazione su Duns Scoto, praticamente aveva posto le premesse del suo futuro interesse per la mistica vista in chiave laica.

Nella maturità infatti insisterà nel dire che ciò che manca a tutta la cultura occidentale è l'esperienza del sacro.

Che cosa sia questo "sacro" però non l'ha mai detto: certamente non poteva essere un
concetto, un'idea, semmai un'esperienza
mistica, tutta interiore, indicibile, non
rappresentabile, senza certezze intellettuali.

L'essenza del sacro è studiata nei commenti ai testi poetici di Hölderlin.

Il sacro è qualcosa di poetico, di natura
cosmica: una forma di intima solidarietà con
l'essere, da percepirsi con empatia (l'essere si può  presentire, come solo un poeta riesce a fare). 

D'altra parte il nulla è muto, è solo
energia. 

Heidegger era lontanissimo dalla
coincidenza hegeliana di essere e pensiero, in cui - secondo lui - o s'impoveriva
irrimediabilmente l'essere, o si esaltava
arbitrariamente il pensiero.  

Tra essere ed esserci deve restare una differenza incolmabile, in quanto l'esserci è troppo limitato.

Heidegger non amava definirsi "ateo" secondo il modo di vedere di molti atei del suo tempo, per i quali si deve attribuire al nulla la casualità dell'universo e dell'esistenza umana.  

Ma non riusciva neppure a far coincidere essere ed esserci, poiché, condizionato anche lui dalla teologia cristiana, vedeva l'uomo come causa principale della progressiva autodistruzione dell'umanità, quindi privo di titoli per qualificarsi come "essere".

Voleva tenere l'essere, nascosto nel mistero,
separato dall'essente, riservandosi la
possibilità di far dire all'essere, fondato dal
nulla, chi è l'esserci, che cosa deve essere: la
differenza andava salvaguardata per il bene di entrambi.  

La reciprocità andava affermata nella diversità ontologica.

E così, invece di affermare una coincidenza,
non sul piano intellettuale (come Hegel) ma
esistenziale, in fondo l'ha negata, scoprendo il fianco a speculazioni di tipo mistico. Invece di dire che noi non possiamo ragionare intorno all'essere più di quanto non possiamo fare intorno all'esserci; invece di concentrarsi sull'individuazione concreta del tipo di esperienza che all'esserci occorre per sentirsi in sintonia con l'essere, ha finito col perdersi in una nuova astratta metafisica.

Indubbiamente gli si deve dare ragione quando afferma che l'esserci non può essere definito, e quindi tanto meno l'essere, per cui tutta la metafisica va superata en bloc, in quanto l'essere e l'esserci sono soltanto delle
possibilità, delle potenzialità che possono
divenire qualcosa.  

E tuttavia alla fine del suo processo dialettico inevitabilmente si arriva a
chiedersi: "ma per diventare cosa?, cioè qual è l'esperienza che va vissuta per sentirsi
appagati?".  

Qui Heidegger non sa letteralmente
che cosa dire.  

Parla di angoscia, di decisione esistenziale, di essere per la morte, di attesa...
ma l'obiettivo finale resta ignoto.

Fonti
•Heidegger Martin,  Introduzione all'estetica.

Le «Lettere sull'educazione estetica dell'uomo» di Schiller, 2008, Carocci;  
Logica e linguaggio, 2008, Marinotti;  Avviamento alla filosofia, 2007, 
Marinotti;  Colloqui su un sentiero di campagna (1944-45), 2007, Il
Nuovo Melangolo; 
 Contributi alla filosofia
(Dall'evento), 2007, Adelphi; 
 In cammino verso il linguaggio, 2007, Mursia (Gruppo Editoriale);  Lettere 1925-1975 e altre testimonianze, 2007, Einaudi;  Saggi e discorsi, 2007, Mursia (Gruppo Editoriale); 
Tempo e essere, 2007, Longanesi;  Essere e
tempo. Testo tedesco a fronte, 2006,
Mondadori;  Kant e il problema della
metafisica, 2006, Laterza;  Metafisica e
nichilismo, 2006, Il Nuovo Melangolo;  Sul
principio. Ediz. integrale, 2006, Bompiani; 
Che cos'è la filosofia, 2005, Il Nuovo
Melangolo;  Discorsi e altre testimonianze del cammino di una vita 1910-1976, 2005, Il
Nuovo Melangolo;  Essere e tempo, 2005,
Longanesi;  Gli inni di Hölderling «Germania» e «Il Reno». Testo tedesco a fronte. Ediz. integrale, 2005, Bompiani;  Interpretazioni fenomenologiche di Aristotele. Elaborazione per le facoltà filosofiche di Marburgo e di Gottinga (1922), 2005, Guida;  L'abbandono, 2004, Il Nuovo Melangolo;  Corpo e spazio. Osservazioni su arte - scultura - spazio. Testo
tedesco a fronte, 2004, Il Nuovo;  La svolta.
Testo tedesco a fronte, 2004, Il Nuovo
Melangolo Melangolo;  L'arte e lo spazio.
Testo tedesco a fronte, 2003, Il Nuovo
Melangolo;  Domande fondamentali della
filosofia. Selezione di problemi della logica,
2003, Mursia (Gruppo Editoriale); 
Fenomenologia della vita religiosa, 2003,
Adelphi;  Il nichilismo europeo, 2003, Adelphi;  Conferenze di Brema e Friburgo, 2002, Adelphi;  Holzwege. Sentieri erranti nella selva, 2002, Bompiani;  Interpretazione
fenomenologica della «Critica della ragion
pura» di Kant, 2002, Mursia (Gruppo
Editoriale);  Per la determinazione della
filosofia, 2002, Guida;  Il sentiero di
campagna, 2002, Il Nuovo Melangolo; 
L'autoaffermazione dell'università tedesca. Il rettorato 1933-34, 2001, Il Nuovo Melangolo;  Che cos'è la metafisica?, 2001, Adelphi;  Il lavoro di ricerca di Wilhelm Dilthey e l'attuale lotta per una visione storica del mondo. 10 Conferenze (Kassel, 16-21 aprile 1925), 2001, Guida;  I concetti fondamentali della filosofia antica, 2000, Adelphi;  Il concetto di tempo nella scienza della storia, 2000, Mucchi;  La fenomenologia dello spirito di Hegel, 2000, Guida;  L'origine dell'opera d'arte. Testo tedesco a fronte, 2000, Marinotti;  Seminari di Zollikon, 2000, Guida;  L'Europa e la filosofia, 1999, Marsilio;  Fenomenologia, 1999, Unicopli;  Parmenide, 1999, Adelphi; 
Sull'essenza della verità, 1999, Armando
Editore;  Che cos'è la metafisica?, 1998,
Pironti;  Il concetto di tempo, 1998, Adelphi; 
Principi metafisici della logica, 1998, Il Nuovo Melangolo;  I problemi fondamentali della fenomenologia, 1998, Il Nuovo Melangolo;  Prolegomeni alla storia del concetto di tempo, 1998, Il Nuovo Melangolo;  Schelling. Il trattato del 1809 sull'essenza della libertà umana, 1998, Guida;  L'essenza della verità.
Sul mito della caverna e sul «Teeteto» di
Platone, 1997, Adelphi;  Ethos e poiesis. Vol.
1: Etica e destino, 1997, Il Nuovo Melangolo; 
L'inno Andenken di Hölderlin, 1997, Mursia
(Gruppo Editoriale);  Linguaggio tramandato
e linguaggio tecnico, 1997, ETS;  Che cosa
significa pensare, 1996, SugarCo;  Lettera
sull'"Umanismo", 1995, Adelphi;  Nietzsche,
1994, Adelphi;  Eraclito. L'inizio del pensiero
occidentale. Logica. La dottrina eraclitea del
logos, 1993, Mursia (Gruppo Editoriale); 
Aristotele: Metafisica (1-3), 1992, Mursia
(Gruppo Editoriale);  Concetti fondamentali
della metafisica. Mondo, finitezza, solitudine, 1992, Il Nuovo Melangolo;  Seminari, 1992, Adelphi;  Carteggio (1919-1969), 1991, Il Nuovo Melangolo;  Il principio di ragione, 1991, Adelphi;  Disputa sull'eredità kantiana. Due documenti (1928 e 1931), 1990, Unicopli;  Saggi e discorsi, 1990, Mursia (Gruppo Editoriale)

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•La questione del linguaggio (pdf-zip)
•Heidegger e Husserl (pdf-zip)
•Osservazioni sul problema dell’enunciato in

Sein und Zeit (pdf-zip)
•Della distanza (emergenza, provenienza,

vicinanza) (pdf-zip)
•La logica come domanda verso l’essenza del

linguaggio: etica e linguaggio in M. Heidegger
(pdf-zip)
•Il Nietzsche di Heidegger (pdf-zip)
•"PAURA" E "ANGOSCIA" NEL PENSIERO DI

MARTIN HEIDEGGER: DALL’ANALITICA
ESISTENZIALE AL PENSIERO DELLA
"SVOLTA"

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